Aramengo
Chiesa di San Giorgio

La chiesa di San Giorgio sita in località Masio di Aramengo, si trova su un poggio che si apre a trecentosessanta gradi sui colli del Basso Monferrato e sulle colline, più elevate e coperte di boschi, del Torinese. La titolatura a San Giorgio è assai antica e localmente al cavaliere martire cristiano, che diede origine a diversi ordini cavallereschi, sono dedicate molte chiese delle campagne astigiane, in particolare nei dintorni di Aramengo risultano almeno quattro: a Bagnasco di Montafia, ad Andezeno, a Vergnano di Moncucco sede di un’antica e potente Pieve, a Piovà Massaia, anch’essa sede di Pieve, tutte presenti a partire dall’anno Mille. La prima citazione documentata di una “ecclesia de Aramengo” compare nell’estimo della diocesi di Vercelli nel 1298, ma in specifico “… sancti Georgii de Aramengo” risulta nei registri delle decime (la decima: parte di raccolto che i proprietari terrieri dovevano devolvere alla chiesa sotto la cui giurisdizione erano i loro campi) del 1348 e del 1358, quale dipendente dall’antica Pieve di San Giovanni di Lustria vale a dire Monteu da Po, l’antica Industria romana. Nel 1349 il patronato della chiesa spettava ai signori di Aramengo, i conti di Radicati. Dalla visita pastorale del 1573 risulta che nell’antica parrocchiale di San Giorgio non viene più officiata la Messa e nel 1597 la funzione di chiesa parrocchiale è definitivamente spostata nella chiesa di Sant’Antonio del castello; a Masio resta unicamente il cimitero. Dalle successive visite pastorali risulta assai poco curata, priva di volta e di pavimento e il cimitero non è recintato. Lo stato di abbandono perdurò fino a circa la fine del Seicento, quando dell’originario edificio romanico rimasero solo l’abside a tutt’altezza e parte dei muri laterali, che in quel tempo vennero sopraelevati, probabilmente per consentire la costruzione della volta a botte con unghie, e in concomitanza venne ricostruita la facciata, in forme baroccheggianti, a “cappello di prete”. Nel Novecento importanti lavori di restauro hanno riportato i paramenti originari alla luce, liberandoli dagli intonaci anche all’interno. Le caratteristiche costruttive delle parti originarie romaniche, in realtà, ci riportano alla fine del XII secolo, inizio del XIII: i larghi conci di arenaria, ordinatamente alternati a filari multipli di mattoni dalla tessitura regolare, testimoniano una datazione che fa rientrare San Giorgio nel gruppo delle chiese romaniche della “scuola del Monferrato”. A navata unica termina in un’abside semicircolare che esternamente risulta divisa in tre specchiature da eleganti semicolonne in arenaria; al centro di quest’ultime è una monofora a doppia strombatura conclusa da un archetto monolitico. Il coronamento superiore dell’abside è di mattoni, essendo andati persi gli originari archetti, probabilmente litigi.

 

Bibliografia

PITTARELLO L. (a cura di), Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela, Torino – Asti, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte – Provincia di Asti, 1984 (ed. 1998), pp. 42-45.
CAPPELLINO M., Chiesa di San Giorgio, Aramengo, in Il paesaggio del romanico astigiano, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2006, pp. 92-93.
MOISO B., La chiesa di Sant’Antonio Abate (Aramengo) in occasione del suo Bicentenario, Aramengo, s.n., 2009.
MOISO B., Aramengo nella storia, s.d., in preparazione.

Informazioni

Sito del comune:
www.comune.aramengo.at.it

Per le visite contattare il Sig. Mario Fasoglio:
+39 339 8071987

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