Castelnuovo Don Bosco
Chiesa di Santa Maria di Rasetto

A metà strada tra Mondonio, piccolo borgo nel territorio comunale di Castelnuovo Don Bosco, e Capriglio si trova la chiesetta di Rasetto. La posizione su una piccola altura, poco più elevata delle colline circostanti, consente di percorrere visivamente un intorno di bassi declivi coperti da boschi qua e là interrotti da piccoli campi e vecchi cascinali.
L’edificio ad aula unica, d’impianto romanico, conserva le strutture originarie in facciata: l’arco del portale è lunato a conci di arenaria, intervallati da mattoni, e nella zona absidale dove i blocchi lapidei ne costituiscono i due terzi, integrati nella zona più elevata da muratura di mattoni conclusa da un coronamento di mensoline ed archetti anch’essi fittili. Due piccole lesene delimitano le tre campiture consuete nelle absidi delle chiesette romaniche del Monferrato; in questo caso si impostano su un alto basamento a causa della pendenza accentuata del terreno. I fianchi risultano ricostruiti con una muratura di mattoni più tarda rispetto all’abside e reimpiego di decorazioni nel cornicione: mensole e, a tratti, denti di sega.
Nei secoli XIII e XIV i confini della diocesi di Vercelli si estendevano fino ad inglobare parti delle diocesi che attualmente fanno capo a Torino, Asti e Casale. Anche Santa Maria di Rasetto, dipendente dalla pieve di Pino, pagò le tasse al vescovo di Vercelli, fino alla metà del Quattrocento. Periodo in cui molto probabilmente è stata in parte ricostruita. A quell’epoca l’interno della chiesa era coperto da capriate e, oltre all’altare maggiore, vi era un non meglio descritto “… altar di meggio…” che, in seguito alle indicazioni del vescovo Carlo Montiglio nel 1585, venne asportato. Successivamente il processo di decaduta accelerò e Rasetto venne utilizzata solo come sede cimiteriale, cedendo anche la titolatura di Santa Maria alla parrocchiale di Mondonio, che divenne San Giacomo e Santa Maria.
Alla metà del Settecento, furono realizzate significative opere di restauro: la volta a botte con unghie e l’altare in muratura, come risulta dalla scritta sull’arco di trionfo “Virgo Maria cum San Grato, Apollonia, et Lucia instaurata fuit anno 1761”. Tutti santi oggetto di preghiere nel quotidiano, soprattutto San Grato, protettore dei campi e in particolare dei vigneti, di cui la zona era ricca, Santa Apollonia invocata per il mal di denti e Santa Lucia per le malattie agli occhi.
Al 1919 potrebbe risalire invece la costruzione del piccolo portico addossato alla facciata poiché tale data è scritta su uno dei gradini dell’ingresso. Negli ultimi anni del Novecento è stato ripristinato il tetto con manto di coppi.

Bibliografia

PITTARELLO L. (a cura di), Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela, Torino – Asti, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte – Provincia di Asti, 1984 (ed. 1998), pp. 88-90.
CAPPELLINO M. Chiesa di Santa Maria di Rasetto. Castelnuovo don Bosco in a cura di, Osservatorio del Paesaggio, “Il paesaggio del romanico astigiano”, CRASTI, 2006, p. 115.

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