Buttigliera
Chiesa di San Martino
Chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino era l’antica parrocchiale di Mercuriolum, villaggio scomparso alla fine del Quattrocento, ricordato per la prima volta nel 1034 per uno scambio di beni tra l’abbazia di Nonantola e i conti di Pombia, posto a circa un chilometro a est dal centro dell’attuale paese di Buttigliera. La fine del villaggio molto probabilmente è da imputare alla costruzione della villanuova di Buttigliera fondata dal comune di Asti nel 1264. Nel Cinquecento San Martino dipende dall’Ordine gerosolimitano di San Giovanni, poi di Malta, anche se in realtà tale dipendenza è da ascrivere addirittura al XII secolo secondo i documenti dell’Ordine conservati presso l’archivio di Stato di Torino. Nel corso dei secoli XVII-XVIII l’edificio è più volte visitato dai commissari dell’Ordine e nel 1655, trovato in cattivo stato, ordinarono all’allora commendatore di ripararlo. Le opere vennero eseguite: “… la chiesa in buon stato, coperta… le mura imbianchite assai buone”.
La chiesa, orientata, ad aula con sottostante cripta, a seguito di queste complesse vicende storiche risulta collocata al centro del locale cimitero e molto rimaneggiata: la parete laterale nord conserva esternamente tratto di muro dalla rara tecnica costruttiva di frammenti di arenaria e frammenti di coppi e laterizi disposti a “spina pesce” risalente probabilmente al primo edificio, al XI secolo. La parete sud conserva parte delle strutture romaniche in cui è presente la muratura bicolore con grandi conci di arenaria alternati a filari regolari di mattoni, strutture databili per confronto con altre chiese della zona al XII-XIII secolo; l’abside a impianto semicircolare costruita con una tessitura regolare di mattoni appartiene ad una fase successiva, a circa la metà del Quattrocento, come ribadisce la presenza al suo interno, nella volta a semicatino, di un affresco raffigurante San Bernardo con un piccolo diavolo alla catena e nella zona superiore, sottolineati da fasci di cornici policrome, i simboli degli Evangelisti con al centro il Cristo Benedicente. Di quest’affresco durante la visita pastorale del 1775 era ancora possibile leggere la data: 1454 e, sulla sinistra era visibile la scritta “Hic Bartolomeus de Solaro fecit”, poi scomparse.
Esternamente il tratto della parete sud verso la facciata è coevo all’abside, riconducibile pertanto al periodo centrale del Quattrocento, compreso il cornicione a dentelli.
Di grande interesse documentario sono i graffiti riferiti ai defunti sepolti intorno alla base delle mura esterne, datati tra il 1522, recanti una scritta che testimonia la peste nel paese, e il 1819. La facciata, a salienti interrotti, venne accuratamente ricostruita, in stile neo-romanico, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Bibliografia
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